Cosa ti succede quando non sei morto, un anno dopo

Daniela Losini
3 min readApr 15, 2017

--

It’s there a time to be a beauty queen / here she comes / it’s turn around / here she comes / surreal in her crown

Adesso ti siedi, smetti di fare quello che stai facendo perché oggi tocca a me parlare.

Le cose che ho da dirti sono sette e sono molto semplici.

1 - ti dico che mi dispiace se in qualche modo ho mancato ma non ho nessuna intenzione di scusarmi. Credi che la malattia ti chieda delle scuse quando compare? Pensa a me come a una macchina che ha voluto (e vuole) funzionare impiegando molte energie per riuscirci. Facciamo che comprendi che le persone cambiano, che le persone quasi sempre non stanno dove ricordi di averle viste l’ultima volta, che la nostalgia impedisce di inventare il presente e di immaginare il futuro. Ti sono grata per esserci ancora, se sei una di quelle persone che c’è. Ma non aspettarti scuse di nessun tipo. Non me le deve la vita, figurati io.

2 - se pensi di avere mancato tu, non seppellirmi sotto al tuo senso di colpa. C’è una fisiologia di durata nel senso di colpa, passato un certo tempo diventa meschinità. Poi, merce di ricatto. Sei tu che stai giudicando te stesso. Io sono già altrove, possibilmente su una spiaggia a farmi i fatti miei. Senza rancore, perché di tempo per queste cose non ne ho mai avuto, figuriamoci in questi giorni ché sto ragionando sul fatto che ne sono passati 365 dal mio primo compleanno della mia seconda vita. Se uno si sente vivo, non muore nemmeno da morto.

3 - a volte dimentico completamente quello che mi è successo, altre invece sento che è tutto lì, nello zaino che a volte pesa altre no. Altre volte faccio battute liberatorie sulla morte non morte perché non parlarne mai fa lo stesso danno che parlarne sempre. Non ti imbarazzare, ridi con me e se non sei capace, cazzi tuoi. Perché bisogna risparmiarsi tutti, ma proprio tutti, tuttissimi i convenevoli di qualsiasi genere. E al netto di tutti i convenevoli, vediamo cosa rimane. Qualsiasi sia la cosa che rimane, sappi che è sana, è reale. Va bene così.

4 - ti deve essere molto, molto chiaro che non voglio essere un esempio per nessuno, io faccio le mie cose, a modo mio e ci arrivo a modo mio. Le cose che voglio sono tutte cose che magari vuoi anche tu. Non mi rompere il cazzo se ci arrivo prima, non mi rompere il cazzo se le voglio, non mi rompere il cazzo se le ho, non mi rompere il cazzo e basta.

5 - se ti dovessi passare una metafora molto semplice su cosa è successo in questo anno ti passerei quella dell’acqua cristallina. Le persone sono come il mare e di mari ce ne sono di molti tipi. In tempesta, mosso, alto, basso, trasparente, stagnante, profondamente nero. Ed è così che ho guardato (e guarderò) ogni persona, è così che vedo me stessa.

6 - fai una lista delle cose che ti va di fare, trova il tempo, smetti con le scuse, esci, scrivi quella lettera di addio, aggiusta quella porta rotta, renditi conto che hai sbagliato, chiudi quel rapporto in cui non credi più, perdona quella cosa che ti impedisce di andare avanti, schiaccia reset tu prima che lo faccia qualcosa o qualcuno per te, prendi delle decisioni, non ti accontentare mai per nessun motivo, per nessuna ragione, fai un piano di cose belle a lungo termine, inizia dalla cosa più semplice, datti tempo, accorgiti che il tempo è scaduto, smetti di accanirti, devi sapere che la prossima volta farai lo stesso errore ma farà meno male, riposati, raccontatela giusta e poi, ricomincia.

7 - nessuno mai nella vita potrà dirti qualcosa di così cattivo e senza pietà come riesci a fare tu stesso. Nessuno mai riuscirà a crocifiggerti con le parole quanto sei capace tu. Dopo che sei non-morto questa pratica in questi termini, per me, non è stata più fattibile. La mia voce crudele, quella che avrai anche tu se non sei scemo bacato, è cambiata. Sempre metallica, dura e imperativa ma con una nota accogliente. La nota che non denigra ma costruisce, quella che ti costerà altissimo mantenere ma che è l’unica per cui valga la pena dannarsi. Una volta qualcuno mi ha chiesto guardandomi dritto negli occhi come si fa dentro allo specchio: “Ma cosa è cambiato davvero dopo che non sei morta?” Ho risposto di getto “Non lo so” poi ci ho pensato: “La verità è che devo ancora scoprirlo”.

--

--